di Als
C’era una volta una crisi, una delle tante crisi, non si possono mica raccontare tutte le crisi, si finirebbe per girare in tondo nel racconto delle crisi senza inizio e senza fine, e non si farebbe più niente.
Questa crisi ha la forma di una torta, tonda, che quando la vai per tagliare il coltello si curva a seguire la tondità della torta, e non c’è spiegazione scientifica, non c’è fisica che tenga: a guardarla dovrebbe essere una torta buona, ad annusarla sembrerebbe di sentire aroma di vaniglia - ma poi no, è cioccolato, forse anice, certamente cannella. Dopo un po’ sembra invece limone, no, caffè, aspetta, sottobosco d’amaretti, frammenti di meteoriti, materia oscura... mal di testa.
La tondità ti impedisce di afferrarla, scivola, rotola, ti insegue, si dilegua, apri la porta ed è lì che ti aspetta, fedele, non ce l’ha mica con te, è che non ha un posto fisso, capita così, dopo un po’ diventa di famiglia, ti rompe le scatole ma tu le vuoi anche bene, e poi se un giorno non c’è più che fai?
Questa cosa diventata ormai tua è nei tuoi pensieri, ci ragioni su, e d’improvviso, che te lo aspetti o meno, la crisi ti chiede di diventare quadrata.
L’unica soluzione è far emergere il quadrato inscritto nel cerchio, e preso allora il coltello, che non si curva più, o almeno sembra che non lo faccia, la crisi si lascia tagliare. Ora hai questo bel quadrato fisso e fermo, e quattro mezze lune abortite, quindi adesso il quadrato si riesce a mangiare, ma le mezze lune scartine si potranno buttare nell’umido?
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