de Il Vostro
Solo l’oro suggella un legame.
Riportando da VicenzaOro FIRST.
Il cielo portava toni ghiacciati, grigi, incerulentisi con vaghezza verso i Berici.
Così Il Vostro percorreva l’A4 presto la mattina, una domenica del gennaio di quest’anno, verso il suo primo VicenzaOro: tormentato da un afflato interiore e da un’adrenalina e dalla sottile ansia di solito associati ad un Rito di Passaggio.
Solo l’oro decora gli eroi.
VicenzaOro – o, più precisamente, la sua avanguardia di gennaio che si chiama VicenzaOro FIRST – è una rappresentazione per soli addetti al settore. VicenzaOro è enorme – pare, davvero, illimitata – e gli addetti al settore, anche, sembrano innumerevoli.
Assicuro il pass alla guisa heavy metal: legato alla cintura, penzolante molto libero ad altezza ginocchia; ne ho la posa, dell’heavy metal, io: infrivolita però ohimè proprio dal nastro del pass, che è dorato, e finto-serico.
Attorno a una specie di colonnato trionfale – racchiudente una piccola mostra fotografica – striscioni declamano le virtù dell’oro.
Al mio primo VicenzaOro, io non vedrò quasi gioiello: essendo l'umanità campo d'osservazione talmente pieno, e soddisfacente, [e rutilante, e caleidoscopico, e buffo,] da assorbire completamente me e il mio quadernetto degli appunti.
[e anche la fiera è terreno impietoso, per noi feticisti degli stivali: i quali, in un ambito danaroso come questo, possono con agio raggiungere cime altissime di perfezione formale, tessitura materica, e deliberata – seppur non-violenta - provocazione.]
Solo l'oro ispira leggende.
Il passare di gruppi di donne tra gli stand è anticipato da un suono melodicissimo di catenaglia d'oro di produzione industriale; una cascata gentile: quando il protagonista del film scosta la verzura del bosco cupo e spaventevole e appaiono la radura e il collicèllo col maniero fatato e stra-magico a colori pastello; o quando il percussionista da dietro le sue carabattole percussioniste inizia a far risuonare quei cilindretti discendenti di metallo-
Ma ora nel distretto in crisi le macchine per le catene più non producon’ catena senza interruzione: dopo aver inondato un mercato creduto insaziabile con tonnellate, davvero tonnellate di semilavorati: ti ricordi i lavoratori sottopagati del settore, valenti orafi potenziali ridotti in scantinati del modello veneto casa-capannoncino ad azionare macchine, incessantemente. E adesso? [Cfr. una qualunque comunicazione personale, in un qualunque rivenditore di attrezzerìe per orafi.]
Solo l'oro is radiant.
Nelle vetrine ingolfate di oggettini un po' pacchiani - cornini madonnétte santarèlli - di un artigiano campano del corallo - che chiamerò il Tipo del Conchiglione - ci sono alcune foto incorniciate frementi di attività coralla. Nella più inquietante di queste immagini il Tipo del Conchiglione, che è un baffo tarchiato, tira su da terra un conchiglione sorridendo fierissimo e arrivato; alle sue spalle freme tutta un'attività – appunto – di indios, ovvero personaggi di pelle scura, che seduti su sgabelletti a quattro gambe tutti diversi lavorano – esclusivamente di spalle – ai conchiglioni. La scena si svolge all'aperto: in un aperto semi-tropicale, di sabbiaccia e terra sbriciolata, con piante a modo loro rigogliose a far da limite; all'aperto e di giorno, si svolge – la scena: ma ci sono cavi dell'elettricità aerei e fari e lampade spente su treppiedi che lasciano intuire massacranti turni di lavoro notturno, senza diritti a proteggere il singolo, nell'umidore sfiancante di un'isola i cui mari attorno sono infestati da squali-
[continua e finisce domani]
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