di Lopizia Starna
Il solutore è uno che non deve chiedere.
Egli sa.
E se non sa, si arrovella.
Né mostra condiscendenza con se stesso.
Soprattutto non ama essere disturbato.
È un tipo metodico, questo solutore. In linea di massima non lavora di sabato, se questo accade soffre di una sofferenza a tinte forti. Non lo dà a vedere. Ovvio. È uno che se i denti li ha, li digrigna tutti, indistintamente. Dai molari ai canini e dai canini agli incisivi. E viceversa. Più volte. In divenire. E ancora. Un po’ di più. Ma senza rumore alcuno. Il fastidio è tutto interno, vortica nello stomaco. Appena percettibile. Anzi no. Impercettibile.
Insomma se, puta caso, aveste potere decisionale sulla gestione oraria del solutore, al sabato lasciatelo a casa. Per favore.
Per favore!
Stiamo parlando di vita, in termini di qualità. E se di qualità si tratta è impossibile prescindere dall’impaginazione, dalla consistenza della carta, dalle voluttà dell’inchiostro, dalla coerenza, dalla ricerca in fatto di contenuti. Non si può prescindere, per farla breve, dalla Settimana Enigmistica. La quale, essa Settimana, ha periodicità che si evince dalla sua stessa denominazione e per essere precisi, come ad ogni solutore piace pensare di essere, si trova in posizione preminente, sottolineata nella sua ebdomadaria importanza, nuova e frescamente stampata in innumerevoli copie, ogni sabato. In edicola.
Da ciò la preponderante necessità di avere il sabato libero.
Soddisfatta la condizione di cui sopra, il solutore procederà ad inoltrarsi in un rifugio consono e con pacata maestria approderà sulle pagine intonse dell’oggetto desiderato.
Non tutti i solutori amano la solitudine. Non tutti. Ma quasi.
Non tutti i solutori approdano con maniacale urgenza sull’oggetto desiderato. Non tutti. Ma quasi.
Come ogni appassionato, non maniaco, per carità ,anche il solutore tipo osserva determinati rituali. Mai usare la penna a sfera. Usare solo la penna a sfera. Fare la punta alla matita un’ora prima di utilizzarla. Propendere per un pennarello a punta media. Rigorosamente nero. Risolvere prima le parole crociate partendo dall’ultima pagina. Seguire pedissequamente l’ordine delle pagine. Non seguirlo affatto. Affidarsi al caso. Non leggere MAI le barzellette. Leggere sempre prima di tutto le barzellette.
Non esiste regola se non che deve essere seguita una regola. La propria. Quella che rende unico ed imprescindibile il metodo.
Per cercare di fare quanta più chiarezza possibile rispetto al carattere del “nostro” solutore, vale la pena di ricordare il meeting internazionale “Spigolature 2010” (il 78° dall’anno di fondazione del settimanale) presieduto dal Prof. De Nuvolis , durante il quale si sono riunite le menti più evolute in termini di enigmistica classica su carta. La convention tenutasi a Forni di Sopra, in piene Dolomiti, verteva sull’annosa questione se fosse stato lecito uniformare i metodi di compilazione. Nonostante la proverbiale compostezza degli associati partecipanti , si faticò a sedare la protesta della sezione grafica (unisci i puntini – pista cifrata ) alla quale presto si unì quella dei crociatisti bifrontali. Per farla breve la linea che si decise di seguire fu quella di lasciare spazio alle tradizioni comuni senza intaccare la parte creativa.
Da questa esperienza si evince che il solutore resta intenzionalmente caparbio e, quando se ne presenti l’occasione, è in grado di far valere le proprie convinzioni.
A questo proposito vale la pena di ricordare che nel caso si parli di enigmisti professionali ci si riferisce in modo esclusivo ai solutori di Settimana Enigmistica rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Senza nulla togliere in termini di umanità a coloro i quali considerano l’enigmistica un semplice svago, alcune indagini di Leo hanno rilevato un netto rifiuto da parte del solutore a interagire con essi. Tale rifiuto ha origini lontane e sarebbe un’insulsa lungaggine approfondire l’argomento in questa sede. Forse non tutti sanno che il solutore non è un tipo da spiaggia, o da gabinetto. Il solutore ama e rispetta la rivista. Gli amatori invece, si riconoscono per l’incuria e la dappochezza con le quali si rivolgono all’oggetto, utilizzandolo per scopi plurimi e di basso profilo. È lecito ricordare in questa sede che non è consentita la condivisione. L’enigma ha un senso se risolto in perfetta solitudine.
In conclusione si può considerare il soggetto solutore come rientrante nella categoria di devianze comuni non pericolose.
10 24 6 22 21 – 4 18 – 20 24 6 6 9 21 6 21 – 21 19 9 16 10 9 13 22 9 20 24! Sarete - 13 22 21 6 10 9 19 4 22 9! Non - 21’ – 12 19 24 – scherzo. – 10 4 18 21 7 21 22 22 9 – 9 19 8 21 7 21 18 9!
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