di Dante Cruciani
Protesi
Sara, assonnata, rispose al citofono.
Una voce disse: - Scusi, le servono protesi?
Riconciliazione
La signora col cappellino bianco e il cane poco meno che isterico – zampette nevrasteniche ma muto; pelo irto – aspettava il treno sulla panchina del binario otto. Aveva un coltello nella borsetta.
Ne mancava sempre uno
In azienda, un esperto di Feng Shui aveva posizionato i tavoli in modo che i dipendenti potessero controllare tutti gli altri, tranne uno. Era sempre quello che non vedevi che faceva la spia. Il 7 ottobre del 2005, Massimo montò uno specchietto retrovisore al monitor del computer. Era una tecnica che aveva imparato a scuola, per passare il compito. Ma ancora non riusciva a vedere tutti i colleghi. Ne mancava sempre uno. Pochi mesi dopo l'azienda fallì perché si erano sconvolti gli equilibri ambientali, la sede crollò, ci fu un terremoto nella zona, e fiamme e lava uscirono dalle crepe del suolo. Quando tornò a casa, Massimo trovò sua moglie a letto con quello che non vedeva.
Dirk Bogarde
Mangiò sul divano, poi dormì. Il cuore fece uno scatto, verso le tre. Sognò che perdeva un ascensore in ritardo. Lo inseguiva su per le scale senza successo. Si svegliò con una coperta addosso che non aveva mai visto in casa. Aspettò tutto il pomeriggio una telefonata al telefono fisso. In televisione davano un film con Dirk Bogarde.
A quel tempo si era già tagliato la barba
Ci mise anni, ma riuscì alla fine a fare il giro dell'isola in windsurf. A quel tempo si era già tagliato la barba. Lo aspettava, all'arrivo, una banda di messicani che gli bucò la vela. Il capo, un certo Roberto, appassionato di pesca al cefalo, gli mise un braccio attorno alle spalle e disse: «Hybris. Sai cos'è, vero?»
Fosforescenza
In treno tutti dormivano, tranne il controllore. Girava per gli scompartimenti, tra i corpi che russavano, i piedi scalzi, gli scatti della testa, gli improvvisi risvegli momentanei, la fosforescenza di qualche portatile ancora acceso, gli squilli dei messaggi al cellulare, senza risposta.
Sono le piccole cose
Le piccole cose, diceva. «Sono le piccole cose che,» gli disse, tenendo la lunetta di un'unghia tra le dita e strofinandosi un occhio con l'altra. «Tu non ci stai più attento.»
Girarrosto
Alzò il girarrosto e disse: «Muori!», ma proprio mentre lo diceva si accorse di essere stato troppo melodrammatico. Lei smise di piangere. Era sensibile alle interpretazioni fuori registro.
Che ne sai tu della nave?
Sulla nave erano tutti morti di morte.
(continua)
Viva viva i microcarver.
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