Un giorno, non specificato, il signore, quello vero e unico prese un cumuletto di fango e guardando nel suo grande specchio del signore, colse nella sua immagine un qualche cosa di impareggiabile tale che dovesse essere duplicato. E così si duplicò nel fango. Dopodiché, abbastanza soddisfatto del Suo operato (impareggibile a detta dei più), ci alitò su.
Accadde così che si generasse, da una manciata di terra bagnata (del tutto priva anche della minima proprietà termale o terapeutica) e da un soffio di alito (senza dubbio, questo almeno, colmo di Significato), la stirpe umana.
Non c’è da stupirsi particolarmente per l’evoluzione bizzarra che in essa e da essa si dipana.
A mio avviso, che di fango son pregna.
Dalla testa.
Ai piedi.
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